29 dicembre 2009

“FRUGARE SPASSIONATAMENTE DIETRO QUELLA SPENSIERATEZZA"

PREGHIERA, CARITA’, PENITENZA: BERGAMASCHI, OSSERVATE I MONITI DI MARIA”
Giugno – luglio 1944: l’equilibrismo della curia sulla “fatima d’italia” attraverso le pagine del suo quotidiano.

BERGAMo – Un lungo editoriale in Prima, il 2 giugno, ad apparizioni concluse, dal titolo “Dopo i fatti di Ghiaie”; un corsivo velenoso verso un giornale fascista (“L’Ordine di Como”) in cui, tra l’altro, apprendiamo che la Madonna “avrebbe parlato in dialetto”; una nota ufficiale (il 14 giugno), in cui la Curia smentisce le voci di nuove apparizioni date per il 13 giugno; un altro arcigno comunicato (il 12 giugno) dal titolo eloquente “La Rosa e il verme”, in cui si mettono in allerta i fedeli da speculatori e truffatori (pare che proliferassero i venditori di foto); un comunicato “rivelatore” del vescovo Bernareggi, (Comunicato del vescovo sui fatti di Ghiaie, il 30 giugno), in cui l’ordinario invita, tra le altre cose, i fedeli a segnalare alla commissione medica istituita in Curia eventuali guarigioni non ordinarie. E il 7 luglio, in prima pagina, di spalla, un forte editoriale di Bernareggi (“Invito alla diocesi”) in cui il vescovo senza mai citare la parola Ghiaie e “apparizioni”. dice e non dice, si muove su una fune da trapezista, salvo poi dire ai bergamaschi che “ci sono dei moniti di Maria a cui, specie la nostra Diocesi, deve attenersi”.
Che la posizione della autorità ecclesiastica nelle primissimi mesi dopo i fatti di Ghiaie sia stata quanto mai ondivaga lo si evince chiaramente dai “pezzi” sopra riportati. Non scontentare nessuno (fedeli compresi), non dare segnali né di “aperture” (malviste dai repubblichini e dai tedeschi), né di “chiusure” (“i moniti della Madonna vanno rispettati”, dice Bernareggi quasi che, in cuor suo, nonostante il lavorio ai fianchi iniziato dai curiali vicini al Cortesi, non volesse deludere la Bella Signora che sarebbe apparsa alla veggente). Significativo, a proposito, il pezzo di cronaca sulla processione del Corpus Domini durante la quale il vescovo invitò i fedeli a preghiera, carità e penitenza (quasi le stesse parole riferite dalla Roncalli nel corso delle apparizioni).
Ma il lavorìo di indagine (che oggi alla luce delle recenti ricerche dello scrittore Giuseppe Arnaboldi Riva, iniziamo a conoscere più nel dettaglio
), sulla veggente era già iniziato. Nell’editoriale della Curia del 2 giugno (Dopo i fatti di Ghiaie di Bonate”), si leggono queste ambigue parole: “frugare spassionatamente, da chi di dovere, e con lunghi espedienti, dietro a quella spensierata e dolce innocenza (si riferisce alla bambina nda), per cercare ogni eventuale indizio di malizia”. Per poi però aggiungere, più avanti, che “ci vuole rispetto per la bambina” (sic).

Anche il clero va tenuto sotto controllo tanto che, nello stesso editoriale, si invitano di nuovo religiosi e religiosi a stare lontani da Ghiaie e se qualche veste talare si era notata, costoro erano sacerdoti di altre Diocesi (sic). Significativo anche il comunicato del 14 giugno: tra i fedeli si erano forse rincorse probabilmente voci di una nuova apparizione il giorno 13 giugno (anniversario della prima), che avevano potuto creare allarme tra i curiali e nervosismo tra repubblichini e Tedeschi, tanto da spingere la Curia a smentire quelle voci. Sempre da questo comunicato sappiamo dell’esistenza di un copioso commercio di speculatori e truffatori (anche fattucchiere), che giravano per Ghiaie a raccogliere soldi e dell’esistenza di un “Comitato” che avrebbe avuto il compito di raccogliere fondi. Una messa in guardia contro gli speculatori dai toni ancor più forti nel corsivo “La Rosa e il verme”, in cui apprendiamo che c’era chi vendeva foto rubate della bambina a mo’ di santini.

L’ondata montante delle guarigioni che si susseguivano tra i devoti stava divenendo evidentemente così forte da spingere il vescovo (vedi comunicato del 30 giugno), a invitare i fedeli a segnalare tali guarigioni alla commissione medica. Rivelatore un passaggio in cui si parla di “guarigioni avvenute invocando la Madonna che là sarebbe apparsa”: un concetto che 4 anni dopo, ritroveremo nella seconda parte del decreto del “non constat” del 30 aprile del 1948.
Ma la Curia avverte la necessità di riportare “raziocinio” tra chi invoca il miracolo e il miracolismo, specie tra i fedeli semplici e non di cultura: ed ecco che nella rubrica della posta dei lettori, su un numero di luglio, la redazione spiega a un lettore che chiedeva lumi, di mettersi in guardia sui miracoli, discettando, con un rigoroso e preciso nozionismo, su “certezza psicologica e certezza scientifica”, su “forze occulte e suggestioni”. La risposta è anonima. Ma lo stile letterario di chi ha vergato quella risposta, per chi conosce la storia di Ghiaie, parrebbe inconfondibile…

02 dicembre 2009

“MARIA, VIENI CON LE TUE ALI MATERNE”. INEDITO: MAGGIO 1944: L’ECO DI BERGAMO NE AVEVA INVOCATO LA SUA venuta!

BERGAMO – Trentun “quadretti” uno per ogni giorno del mese mariano di maggio. “Maggio di Maria”, questo il titolo della rubrica che l’Eco di Bergamo propose ai suoi lettori sui numeri di maggio del 1944. Uno per ogni giorno del mese.

Un breve corsivo in cui la Madonna veniva accostata, simbolicamente, a una pianta o a un animale, anche mitico: Si inizia il 1° maggio con “Maria e la Piramide”, poi il 3 (Maria e il basilisco), e poi via via (Maria e l’aquila, Maria e il cipresso, Maria e il cigno, Maria e l’arcobaleno). Poi, nella rubrica dell’11 maggio, leggiamo: “Si è fatto così piena di scempi la vita e i nostri fiori cadono tristi (…). Solo se tu verrai, con le tue ali materne, un po’ di sorriso tornerà nel nostro cuore sconsolato, o Madre nostra!”. Poi, il 12 maggio, leggiamo: “Il sole torni a rilucere sulle nostri fronti, o Maria”. Il giorno dopo, a Ghiaie di Bonate, un puntino di luce sarebbe apparso alla veggente. E’ il 13 maggio inizia la storia di Ghiaie. Ma solo due giorni dopo, il 15, un editoriale in Prima, dal titolo “L’alta visione”, celebra l’anniversario delle apparizioni di Fatima. “Il 13 maggio – si legge – resterà una data importante” e via con l’elogio dei tre pastorelli, i travagli dell’ultimo anno di guerra (il 1917), la salvezza delle anime, e il valore dei segni della Provvidenza. Lo stesso copione si sarebbe a breve, riproposto anche in Italia, ma con esiti opposti a quelli indicati nell’editoriale. Il parallelo con i fatti di Ghiaie continua. Tanto che il 16 maggio, la rubrica “Maggio di Maria” (tema: Maria e l’Acqua), invita i lettori a “raccogliere il tuo raggio, Maria, in questo mese”. L’Eco, lo stesso giorno, dà notizia con risalto, di una imponente adunata mariana al santuario della Madonna dei Campi, a Stezzano.

Lo stesso giorno, a Ghiaie, una bimba di 7 anni, “nodo di vipere, scrigno custodito da sette draghi, indemoniata e ninfetta, sostiene di avere le visioni della Santa Famiglia. Il giornale della Curia su quei numeri di maggio ridotti all’osso per via delle ristrettezze di guerra, dedicherà ai fatti di Ghiaie che mano mano dirompevano anche fuori dai confini nazionali, pochissimo spazio. Il primo servizio (e l’unico di cronaca giornalistica, gli altri saranno solo comunicati ufficiali e direttive severe, a parte l’ormai noto reportage di Don Spada in visita alla bambina reclusa a Gandino), solo il 22 maggio. In prima pagina campeggia un comunicato della “Veneranda Curia su Ghiaie” seguito, all’interno, da un servizio di pura cronaca (inedito) raccolto sul campo: si parla già di decine di migliaia di pellegrini, della bimba che appare sincera, del fenomeno solare del 21, delle guarigioni. La macchina della Curia non si era ancora messa in moto sull’affaire Ghiaie ma gli effetti si noteranno, tra le righe, già sui prossimi numeri. Ma la notizia, si diffonde, anche sui controllatissimi mass media di regime dell’epoca che ovviamente senza censure curiali, possono permettersi di raccontare il caso eclatante non senza cadere nella propaganda politica. Come facevano i giornali legati al governo di Salò che iniziarono a vedere nell’affaire Ghiaie una macchinazione antibellica di Clero, Partigiani e alleati.

Tanto da spingere l’Eco di Bergamo (siamo già al 26) a scrivere una nota polemica verso il quotidiano fascista “Bergamo Repubblicana”. Ma il “pezzo forte” del numero del 26 è un comunicato ufficiale della Curia che fa divieto a sacerdoti e religiose di recarsi alle Ghiaie, “Tranne qualche documentata eccezione”. L’invito, stando alle fotografie coeve e al raro filmato del Villa, non fu però accolto… E, in più, oggi sappiamo chi c’era tra le vesti talari definite dal vescovo “eccezioni”. Intanto, in “Maggio di Maria”, continuano i parallelismi simbolici: Maria e la microfenice, Maria e il frassino, Maria e l’Ebano. E arriviamo al numero del 31 maggio. La rubrica (che pare avesse avuto successo tra i lettori tanto che il giornale promise di raccoglierla in un volumetto), leggiamo: “Maria puo’ far fiorire anche su uno stagno. Non c’è cuore in cui il tuo amore possa germinare”.

Lo stesso giorno in cui usciva nelle edicole questo numero, il vescovo Bernareggi tempestava di telefonate l’inquisitore Don Cortesi e la madre generalizia delle suore Orsoline perché la veggente – nodo di vipere pregasse la Madonna di non apparire più…

20 novembre 2009

GLAUBER E' ATTENDIBILE. E QUINDI ANCHE GHIAIE? DAL BRASILE BOMBA SULLA CURIA OROBICA


BERGAMO - Se Edson Glauber è un veggente attendibile per il vescovo di Itacoatiara, allora anche le apparizioni della Santa Famiglia a Ghiaie di Bonate sono da ritenersi attendbile. Un sillogismo che non mancherà di irritare la Curia di Bergamo.

Ma dove sta il nesso con Ghiaie conseguente alla decisione del vescovo Gritti? Il fatto sta che questo (quasi ufficiale veggente), avrebbe avuto le apparizioni della Regina del Rosario e della Pace non solo nella città brasiliana di Itapiranga, ma anche in Italia, e precisamente a Ghiaie di Bonate Sopra e in altre località della bergamasca e del bresciano dove spesso è ospite di locali gruppi di preghiera.

Ma c'è di più: stando a quanto pubblicato sul sito dell'associazione brasiliana "Legio sacrorum cordium", nei messaggi "soprannaturali" ricevuti dal veggente Glauber, l'Entità apparsa avrebbe affermato di essere già apparsa insieme alla
Santa Famiglia a Ghiaie, alla veggente bambina Adelaide Roncalli, nel 1944 e di essere riapparsa in Brasile al giovane veggente indio per rimarcare la sua venuta in Italia nel maggio del 1944 alla piccola Roncalli.

Una circostanza che non mancherà di irritare le gerarchie cattoliche orobiche che sull'affaire Ghiaie mantengono anhe a 65 anni di distanza, la più rigida chiusura.

19 novembre 2009

I FANS DI GHIAIE: ORA LA CURIA DI BERGAMO SI PRONUNCI




BERGAMO - "La Curia di Bergamo ora deve venire allo scoperto. Il vescovo di Itacoatiara, Carillo Gritti, ha riconosciuto l'attendibilità del veggente Edson Glauber, le cui apparizioni sono collegate a quelle di Ghiaie del maggio 1944 che invece Bergamo ritiene inattendibili: quindi Glauber è sincero quando vede la Madonna in Brasile e bugiardo quando la vede a Bergamo?": Alberto Lombardoni, 63 anni, storico delle apparizioni di Ghiaie 1944 e autore del cliccatissimo madonnadelleghiaie.it/, pone una domanda provocatoria ai curiali orobici.

"Nelle apparizioni avute a Itapiranga, dal 1994 al 1998, la Madonna ha detto a Glauber di essere già apparsa a Ghiaie di Bonate nel 1944 e di dolersi del fatto che la Chiesa non l'ha riconosciuta. Per questo è apparsa ancora a Glauber in Brasile. Se un vescovo, non quindi una associazione di fedeli, ritiene che il veggente sia attendibile, allora significa che a Bergamo devono riaprire gli archivi e rifare il processo canonico alla veggente Adelaide Roncalli".

MONSIGNOR GRITTI: IL GIOVANE E' ATTENDIBILE


BERGAMO - Origini soprannaturali: così il vescovo Gritti definisce le esperienze mistiche vissute dal giovane della sua diocesi Edson Glauber. "Esperite tutte le investigazioni da parte di psicologi e teologi si legge nella lettera inviata alla associazione "Legio sacrorum cordium" da monsignor Gritti afferma, - tutto ciò mi conduce alla constatazione che nelle apparizioni di Itapiranga c'è una origine soprannaturale".

VEGGENTE VEDE LA MADONNA IN DIVERSE LOCALITA' LOMBARDE. Un vescovo dice di sì


BERGAMO - La Madonna e la sacra famiglia si sarebbero manifestati a un veggente brasiliano in diversi paesi del bergamasco e del bresciano. In particolare, il veggente carioca, Edson Glauber, 36 anni, originario di Manaus (Amazzonia), avrebvero avuto due visioni nel nel 1997 e nel 1998 a Ghiaie di Bonate Sopra, dove già nel 1944 un'altra veggente, Adelaide Roncalli, ebbe 13 visioni.

A decretarlo questa volta non è un'associazione di devoti mariani ma la Chiesa stessa, nella persona del vescovo Carillo Gritti, 56 anni, originario di Martinengo, e capo dal 1996 della prelatura di Itacotiara, nel cuore dell'Ammazzonia dove è nato e vive il veggente. Glauber è stato riconosciuto attendibile dal suo vescovo che ha ritenuto di orogine "soprannaturale" il ciclo di apparizioni della Beata Vergine del Cuore Immacolato (così è denominata) manifestatasi al giovane carioca dal 1994 al 1998. Non solo nella cittadina brasiliana di
Itapiranga (diocesi di Itacotiara), ma anche in diversi centri bergamaschi e bresciani dove Glauber ha costituto negli anni scorsi cospicui gruppi di preghiera.

Ad attestare l'apertura del prelato brasiliano - carioca è una lettera ufficiale, su carta intestata della Diocesi, che Gritti ha inviato nei mesi scorsi all'associazione
"Cor sacrum". Tale documento preluderà a una riconoscimento ufficiale che avverrà ben presto tramite decreto vescovile.